Enzo e Ciccio Presti, da un testimone all'altro con un unico comune denominatore: vietato passare. Due arcigni difensori che da Rosolini hanno tentato spesso fortune altrove, con carriere differenti anche a discapito dell'età, perché padre e figlio hanno sempre avuto quel pallone che rotolava dentro casa.

“Mio figlio ha appeso le scarpe al chiodo da poco, ma conoscendolo, ho i miei dubbi - dice Enzo Presti - è un ragazzo generoso e chissà che non ceda ancora alle… tentazioni. Deve compiere 38 anni, ha giocato a Pozzallo nell'ultima stagione e l'ho seguito ovunque fra Canicattini, Modica, Palazzolo, Ispica e Rosolini fra Promozione ed Eccellenza. Se mi rivedo in lui? Fisicamente è molto più prestante di me oltre che più alto: era un modo di giocare differente, io ero un mastino, mi appiccicavo al centravanti, ora il calcio è diverso, dove i difensori giocano di più la palla a differenza dei nostri tempi. I miei erano gli anni d'oro di un calcio che nel ‘70 andava per la maggiore un po’ in tutta la provincia. Ed era un calcio che poi negli anni lasciava anche legami importanti con tante persone con le quali ci frequentiamo adesso. Io allenai un anno anche mio figlio, a Rosolini. Nel 99-2000 vincemmo la Promozione e il Trofeo Tomaselli a Pian del Lago a Caltanissetta e allenarlo, non sono ipocrita, non era indifferente. Però onestamente lui non mi diede mai occasione per metterlo da parte perché meritava di giocare, diciamo che me la sono cavata bene. E' stato sempre molto disciplinato, di una serietà mostruosa, avrebbe forse potuto fare un'altra carriera ma alla fine siamo soddisfatti così. Se ha chiuso col calcio? Non lo so, io di sicuro, mi dedico a mio nipote e spero possa fare strada…”.


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