Ezio Raciti
Ezio Raciti

E’ in attesa di una riconferma a Messina ma non dimentica Siracusa, alla luce anche del risultato ottenuto pochi giorni fa dall’amico Gaspare Cacciola. Nel frattempo Ezio Raciti (non) si gode le meritate vacanze perché divide il suo tempo fra l'attività lavorativa e quella ludica nel proprio centro a La Meridiana di Catania dove si sta svolgendo il grest estivo.

“Fermarmi? Non conosco questo verbo da non so quanto tempo - sorride il tecnico etneo - fin quando reggo…”. Scherzi a parte, Raciti resta alla finestra, non nasconde che vorrebbe proseguire il proprio rapporto a Messina dopo averlo condotto alla salvezza, ma guarda con attenzione ciò che succede a Siracusa perché “Gaspare Cacciola è un grande amico. L'ho chiamato, mi sono complimentato con lui, ha fatto un grande lavoro…”. Proprio come quello che portò a compimento qualche anno fa l'allenatore catanese che così come nelle due stagioni a Messina, da subentrato, riuscì a salvare la categoria in condizioni quasi disperate.

“Ora c’era timore che si potessero vanificare tutti i sacrifici fatti anche personalmente, quando il Messina ha rischiato di non iscriversi - dice - ma il patron Sciotto ha compiuto l’ennesimo atto d’amore verso la città e i tifosi. Ci terrei a proseguire il lavoro svolto lo scorso anno, magari partendo proprio dall’inizio…”.

Messina come Siracusa, piazze importanti e che hanno voglia di emergere e non sprofondare: “Credo che in Sicilia dovrebbero esserci cinque o sei piazze in pianta stabile in Serie C e le più blasonate anche in A o B, ma paghiamo la mancanza di strutture e ciò penalizza tifosi ma anche addetti ai lavori perché sono posti di lavoro in meno: questo fa soffrire ovviamente tante persone”.

Ma il calcio che soffre, ciclicamente da queste parti, è solo un problema di strutture? “E’ il primo problema, ma manca anche la programmazione dovuta alla poca disponibilità economica o pochi contributi degli sponsor perché in Sicilia fanno fatica ad esporsi per tanti motivi…”.

Si dice sempre che una delle soluzioni sarebbe quella di puntare in primis su un vivaio che dia garanzia di lunga vita alle società, un po' come fatto dalla sua Meridiana da tanti anni a questa parte: “Qui siamo un esempio virtuoso - chiosa -, è importante per poter organizzare la crescita dei ragazzi, per poi inserirli piano piano in prima squadra. E in un progetto di cinque anni si può programmare questo tipo di lavoro ovunque; questo significherebbe abbassare i costi e dare un senso di appartenenza per dare una mano alla crescita del gruppo”.

In attesa che squilli il telefono con chiamata da Messina, però, Raciti si complimenta con l'amico Graziano Urso, il riconfermato preparatore dei portieri azzurro che è passato a trovare il collega: "Ho fatto i complimenti a Gaspare e Graziano, perché se li meritano. Sono grandi professionisti e quando Cacciola fu chiamato a dicembre, ero sicuro che sarebbe riuscito a portare a termine il suo progetto nonostante il gap”.

 


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