Manca una giornata alla fine del campionato e il duello tra Siracusa e Reggina per la promozione diretta in Serie C è al culmine. Una sfida che avrebbe dovuto parlare solo di calcio, passione e merito sportivo. Invece, ancora una volta, la brutta abitudine tutta italiana della cultura del sospetto si insinua, alimentata da chi, per ruolo e responsabilità, dovrebbe invece dare il buon esempio.

Siracusa e Reggio Calabria sono città dal blasone storico e sportivo, che meritano rispetto e una competizione pulita. Non servono accuse infondate né polemiche sterili che rischiano di sporcare una stagione intensa e meritata.

Il Siracusa ha mantenuto concentrazione e dignità, senza farsi trascinare in inutili polemiche, mentre la Reggina ha ceduto a sospetti che non giovano a nessuno, anzi, minano la credibilità della sfida.

È tempo di mettere da parte i sospetti, di abbassare i toni e lasciare che a parlare sia solo il campo, con il sudore, il gioco e la lealtà. Solo così si onora davvero lo sport e le comunità che lo vivono. Il calcio è spettacolo, ma soprattutto rispetto: vinca chi merita, senza ombre.

 


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