Hanno scelto il sole e il clima di Siracusa da qualche decennio, per fare del capoluogo aretuseo una sorta di loro habitat naturale. Giuliano Sonzogni e Feliciano Di Blasi, lombardi doc ma siracusani d'adozione, hanno legato il loro nome alla storia calcistica di questa città e nonostante sembrino oramai aver appeso “la lavagna” al chiodo, non restano indifferenti alle vicende calcistiche di casa nostra. Tanto più che in una tiepida mattinata di dicembre, nella “loro” Ortigia, ci chiedono notizie sul derby di sabato al “De Simone” fra Real e Siracusa.

“Che dici Giuliano, la andiamo a vedere?” chiede Di Blasi al fidato mister. “Ma quasi quasi…” perché il richiamo di quel rettangolo di gioco, che è stato “casa” loro per tanti anni, non è mai indifferente. Specie oggi che il Siracusa è tornato nelle mani di Salvo Montagno (che i due ebbero nella dirigenza quasi 30 anni fa), allenato da Gaspare Cacciola: “L'ho avuto come calciatore - dice Sonzogni - ad Andria. Era bravino con i piedi, stessa mia statura ma intelligente in campo”.

E incalza nuovamente Di Blasi: “Che dici, Giuliano, lo andiamo a trovare?”. L'interesse aumenta, così come il rammarico, però, nel constatare che il Siracusa sia costretto a vivacchiare in queste categorie: “Purtroppo la situazione è lo specchio di una città che sembra essere abbandonata a se stessa - dicono entrambi - ma questo lo ripetiamo e denunciamo da anni, in qualsiasi settore, non soltanto sportivo. E purtroppo, poi, ne risente anche la principale squadra cittadina. Sarebbe bello e logico che le due società di Eccellenza oggi unissero davvero le forze, perché da un progetto comune si potrebbe costruire veramente un sodalizio forte, partendo sempre da un settore giovanile che manca. Real e Siracusa non dovrebbero essere oggi avversarie. Parliamo di una città di 120mila abitanti e uno sperpero di forze esagerato, quando invece unendo le forze sarebbe più logico”.

E poi ancora: “Abbiamo visto che stanno rinforzando la squadra e le possibilità ci sono. Monza e Bergamo sono in Serie A e le città sono molto più curate, non è una questione fra nord e sud ma proprio di uno sport che sposta tanti interessi e persone. Se mi manca allenare? Oggi no - sottolinea Sonzogni - faccio fatica a seguire una partita intera, si fa troppo possesso palla e non serve se ogni tanto si fa un tiro in porta. E' un calcio, oggi, che non mi appassiona più, nemmeno gli attuali Mondiali in Qatar. Il regolamento oggi è peggiorato, anziché andare con la palla avanti, si va indietro e si regredisce anziché progredire”.

E infine tornando al Siracusa, Sonzogni ha aggiunto: “Ci siamo anche visti con Montagno, lo scorso anno ci incontrammo quando venne Limetti, si parlò anche di collaborazione, poi non si fece nulla. Oggi ho 74 anni e se mi devo spendere, devo farlo per qualcosa di solido e duraturo altrimenti si perde anche la credibilità. Vedo che il Siracusa ha intrapreso una strada che spero possa portare lontano, senza però dimenticare che se non si lavora partendo dal basso, prima o poi tutto finisce. Capisco anche che ciò è legato al problema dell'impiantistica e ad una moda oramai tutta italiana nel far giocare stranieri e pochissimi italiani. Ne parlai con Ancelotti lo scorso anno quando ci incontrammo per un ragazzino del quale lui si era interessato, poi non so come sia finito”.

“E poi le scuole calcio di oggi - chiosa Di Blasi - non fanno calcio per come occorra fare per crescere talenti. Qui è tutto più complicato, mancano le strutture, tranne i privati, ed è un declino che da Lo Bello ha preso solo un andazzo”. 


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