Dici rugby e parli di Syrako e immagini un mondo tutto al maschile: fatto di contrasti a livello agonistico che nulla sembrano a che vedere con l'universo femminile. Eppure, da anni a questa parte, il trend è cambiato e una ventata “rosa” l'ha portata proprio una dirigente dello storico club siracusano, Lusiana Saitta, che si divide fra categorie giovanili (supportata da Lia, altra madre che come lei si dedica a questa attività), cercando di dare un input pure allo sviluppo del settore femminile.

In tempi di pandemia è molto difficile gestire un club, soprattutto un club di rugby - dice -. Da due anni viviamo nell’incertezza, nessuno escluso, nemmeno lo sport. Già normalmente è difficile far conoscere e far praticare questo sport, figuriamoci con ripartenze e continue sospensioni. Con l’ultimo decreto di dicembre ci è sembrato di fare un grande passo indietro. Tutto il mondo del rugby si è fermato e solo da metà  gennaio, abbiamo ripreso le attività con allenamenti individuali, con molto scetticismo per quanto riguarda il mini-rugby perché il desiderio dei bambini è quello di giocare a rugby, non solo correre con una palla in mano, ma anche rotolarsi sull’erba, placcarsi, toccarsi e giocare delle vere partite. Grazie al lavoro dei nostri allenatori abbiamo trasformato questa situazione di stasi in opportunità per lavorare sulla coordinazione, la motricità, sugli schemi motori di base, sulla corsa e sulla manualità, tanti aspetti che sono fondamentali nella fascia di età dai 6 ai 14 anni e che spesso non sempre vengono affrontati nel modo giusto, perché si preferisce concentrarsi sulle dinamiche di gioco. In questo modo abbiamo dato l’opportunità ai nostri ragazzi di continuare a fare sport all’aria aperta e socializzare allo stesso tempo, nonostante i protocolli da rispettare”.

In tutto questo c'è quindi l'attività del mini-rugby che il sodalizio guidato da Silvio Martelli porta avanti: molti bambini di diverse fasce d’età hanno scelto questo sport, apparentemente duro ma di grande impatto sociale ed educativo: “L’attività giovanile va avanti con circa 60 iscritti -ancora Lusiana Saitta -, tra mini-rugby che comprende bambini dai 3 ai 12 anni non compiuti (Under 5-7-9-11-13) e le categorie giovanili che vanno dai 13 ai 18 anni (Under 15-17- 19)”

Tutti giovanissimi che si approcciano con curiosità e forse un po’ di timore inizialmente visto che - per chi non lo conosce - il rugby può apparire pericoloso: “La maggior parte dei bambini che arrivano alla Syrako sono incuriositi da questo sport perché ne hanno sentito parlare dal compagno o lo hanno provato a scuola. Sicuramente un po’ di timore all’inizio c'è, ma superate le prime remore e i pregiudizi iniziali, si innamorano di questo sport senza distinzione di età e di genere. C’è chi dorme con la palla da rugby, chi aspetta la pioggia per potersi infangare durante gli allenamenti e chi il terzo tempo per potersi abbuffare. Il rugby per loro è sostegno, inclusione ma anche puro divertimento, riesce a coinvolgere grandi e piccoli, ragazzi e ragazze, permette ad ognuno di loro di trovare il proprio posto perché tutti possono partecipare. Dopo questo periodo di fermo poter tornare a giocare all’aria aperta, per questi bambini è stato di fondamentale aiuto non solo a livello fisico, ma anche emotivo”. 

Il tutto in attesa che riparta anche la Serie C probabilmente dopo il 6 marzo ma non c'è ancora nulla di ufficiale in quanto i calendari non sono ancora stati pubblicati.

 


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