Flavio Guzzone e Placido Villari
Flavio Guzzone e Placido Villari

Tra poco meno di due mesi scatterà la Serie A2 di pallamano maschile e nel girone C quasi tutto isolano (presenti i soli campani del Lanzara) diversi saranno i derby che vedranno protagonista la Pallamano Aretusa, neopromossa dopo la splendida cavalcata della passata stagione.

Il primo, in programma il 22 ottobre, vedrà la squadra di Andrea Izzi di scena ad Enna, contro l'Orlando Haenna, altro sodalizio che ha fatto la storia di questo movimento in Sicilia e non solo, per la pluridecennale presenza di un personaggio, che al pari di Concetto Lo Bello, fu pioniere della disciplina. Oggi Flavio Guzzone, alla veneranda età di 86 anni, è ancora al vertice di questa società ("lo sono da 53 anni quando la creai, anche se da quest'anno mi farò un po' da parte…") e da decano anche della stampa sportiva isolana, ha tracciato un quadro preciso dello stato di salute del movimento: in Sicilia e non solo.

“Pessimo e mi dispiace dirlo. Perché a livello nazionale stanno dimostrando grosse difficoltà. Prendete il girone C di Serie A2. Ma come si può proporre un campionato con sei siciliane e una campana, solo perché da noi nessuno vuol venire? Perché emarginare sempre la Sicilia?”.

Eppure ai tempi dello stesso Guzzone e di Concetto Lo Bello non era così: “Ci facevamo sentire al Coni, eravamo per il movimento giovanile che crebbe tanto ma poi finì tutto. Non possiamo tollerare tutto questo”. E intanto la sua Haenna si prepara ad una nuova stagione, con il primo match guarda caso contro Siracusa, città che sta molto a cuore lo stesso Guzzone: “E non solo per i trascorsi con la famiglia Lo Bello. Ho grandissima stima dell'Aretusa. Giorni fa chiamai proprio il presidente Villari per complimentarmi perché quello che sono riusciti a fare in pochi anni a livello giovanile è davvero apprezzabile. Oggi Aretusa ed Enna sono tra le migliori società siciliane perché lavorano bene in ambito giovanile. Lo sviluppo dell'attività di base è fondamentale: anzi, se dovessi fare una classifica fra le società, l’Aretusa la metterei al primo posto. Anche ad Enna, però, ci siamo dati quale principale obiettivo quello della valorizzazione dei giovani: in squadra abbiamo un ragazzo caucasico, uno di Palermo, poi tutti atleti locali”.

Ma valorizzare in che modo, visto appunto un campionato praticamente “monco” rispetto agli altri due gironi di A2? “Non sarà, per quanto ci riguarda, una A2 di buon livello proprio per il format che si è dato. Ma questo vale anche per le serie superiori, perché la mentalità è sempre la stessa. L'Albatro Siracusa ad esempio va a giocare a Merano, ma da Merano hanno difficoltà a scendere giù in Sicilia. Dico Merano, ma potrei dire tutte le società del Nord Italia. C’è immaturità sportiva da parte delle società e della federazione: io ci sono da 40 anni in questo mondo ed è andata sempre peggio. Lo ripeto, siamo emarginati ma non ci arrendiamo, con la forza delle nostre idee perché siamo più intelligenti di loro. Ci mancano solo i mezzi altrimenti per 20 anni di fila, avremmo vinto scudetti. Servono strutture, facciamo convenzioni con le Università e vari istituti ma non basta. Eppure decenni fa era diverso, iniziai con l'atletica nel 1969 con i Giochi della Gioventù (fra i ragazzi lanciati da Guzzone c'era anche l'allora 15enne Mario Gulino, tecnico della rappresentativa siciliana, ndr), poi mi sono dedicato a questo sport e oggi, seppur rimanendo in prima linea, ho deciso di lasciare il timone: sarà Savoca il presidente perché insieme con Enzo Arena sta lavorando bene. Non faremo la Youth League a differenza dell'Aretusa perché ritengo che si spende molto ma si ottiene poco”. 
 


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